Quest'anno la Svizzera celebra il 20° anniversario della nuova normativa che autorizza l'aborto [1] in Svizzera nelle prime 12 settimane. La nuova normativa (regime dei termini) è stata approvata a larga maggioranza nella votazione del 2 giugno 2002, con il 72.2% dei voti a favore, ed è entrata in vigore il 1° ottobre dello stesso anno. Dopo decenni di lotta per la liberalizzazione dell'interruzione della gravidanza, il diritto penale svizzero si è finalmente adattato alla realtà sociale del nostro Paese.
Dalla sua introduzione, il regime dei termini ha ampiamente dimostrato la sua efficacia. Permette alle persone in gravidanza di effettuare legalmente un’interruzione della gravidanza in buone condizioni e garantisce loro, nelle prime 12 settimane, la possibilità di decidere autonomamente se continuare o interrompere la gravidanza.
Gli ostacoli persistono
Nonostante questo successo, persistono ancora ostacoli e discriminazioni, sia a livello finanziario, sia a livello di accesso alle prestazioni e a delle informazioni sufficienti e chiare. Le strutture ospedaliere rispondono ancora troppo poco ai bisogni delle persone interessate, che spesso vengono trattate con un atteggiamento paternalistico e stigmatizzante. Le informazioni sul tema e la formazione specifica del personale ospedaliero sono spesso insufficienti.
Inoltre, l'interruzione della gravidanza è ancora inserita nel codice penale, sebbene sia una prestazione medica che fa parte del catalogo dell'assicurazione malattia di base. In questo contesto, la sua stigmatizzazione e la sua condanna morale persistono.
Per SSCH è importante rafforzare il diritto all'uguaglianza per non penalizzare le persone interessate da un'interruzione della gravidanza e per fornire loro un ambiente medico sicuro e confortevole che rispetti la loro decisione. Inoltre, la procedura deve essere semplificata e incentrata sulla persona in gravidanza, affinché possa decidere per sé stessa in modo autonomo.
Una mobilitazione politica e la sottoscrizione della nostra petizione
Per combattere gli ostacoli e la stigmatizzazione che persistono in Svizzera, SSCH si è mobilitata a livello politico e pubblico. I nostri obiettivi: celebrare l'anniversario di questa importante conquista, ma anche far sentire la nostra voce, insieme a politic*, attivist*, professionist* della salute affinché l'aborto sia considerato innanzitutto come una questione di salute e non più una questione penale!
Chiediamo la rimozione dell'aborto dal codice penale. La nostra presidente e consigliera nazionale dei*delle Verdi Vaud, Léonore Porchet, ha presentato un'iniziativa parlamentare in tal senso.
L’evento si è concluso con la sottoscrizione di una petizione che chiede:
- L'interruzione della gravidanza venga rimossa dal codice penale e trattata principalmente come una questione di salute.
- L'autodeterminazione delle persone interessate deve essere garantita affinché abbiano il diritto di decidere sulla propria salute.
Insieme ad altre organizzazioni abbiamo lanciato un Call To Action per chiedere che l'accesso all’interruzione della gravidanza sicura, come definito dall'OMS, sia mantenuto e rafforzato da tutti gli Stati europei.
Informazioni utili sull'interruzione della gravidanza
Avete bisogno di una consulenza gratuita e confidenziale in materia di salute o di diritti sessuali? Trovate il centro di salute sessuale più vicino a voi. Delle persone professionali risponderanno alle vostre domande in modo confidenziale. Vi aiuteranno a trovare una soluzione alle vostre attuali difficoltà e vi daranno un aiuto concreto: www.salute-sessuale.ch/centri-di-consulenza
Siete incinta? Qui potete trovare molte informazioni sulla gravidanza: www.salute-sessuale.ch/temi/gravidanza-voluta-non-voluta
Siete incinta ed è una gravidanza non voluta? Qui potete trovare alcune informazioni su cosa fare e chi contattare: www.salute-sessuale.ch/in-caso-di-emergenza/gravidanza
[1] Utilizziamo "interruzione della gravidanza" come termine tecnico e "aborto" come termine di lotta femminista e politica che esprime il diritto delle persone interessate all'autodeterminazione e alla salute.